Testo critico Paolo Nifosì


Giorno 13 dicembre sarà inaugurato il laboratorio di incisione di Loredana Amenta in via Pluchinotta a Scicli. Questa iniziativa, a mio avviso, assume una particolare importanza, in un momento in cui i pixsel hanno sostituito al 99,9 per cento le tecniche tradizionali di riproduzione e stampa. Conosco Loredana Amenta da qualche anno e le riconosco la tenacia nel proporre il torchio come strumento di riproduzione e le lastre, di rame o di zinco o di qualche altro metallo per fare scaturire con l’acquaforte, l’acquatina, la punta secca, la ceramolle immagini che vedono artisti giovani e meno giovani che scommettono ancora con questi strumenti. Il torchio per stampare oramai ha superato il mezzo millennio e col torchio, con le lastre e i fogli di carta si sono cimentati tanti grandi artisti a partire dal Mantegna, tanto per citare uno dei primi. Quello della grafica è un’esperienza che ha visto coinvolti sia gli artisti sia gli artigiani e spesso tra l’essere artista e l’essere artigiano non c’è differenza. Continuare oggi con la manualità, con il bulino, alimenta la lunga tradizione dell’artista faber, continuare con gli inchiostri con gli acidi consente di sorprendersi difronte al prevedibile e all’imprevedibile di una prova di stampa e in questi giorni di commemorazione penso che di una tale iniziativa sarebbe stato contento Leonardo Sciascia, amante e collezionista di acqueforti. Amenta non è alle prime armi, ha già al suo attivo diversi anni di lavoro e mi fa piacere ricordala per avere stampato, con la collaborazione di Giuseppe Lo Magno, l’ultima grafica di Piero Guccione, un bellissimo notturno ovale con un cielo stellato. Nel visitare il suo studio in questi giorni ho visto lastre di Carmelo Candiano, di Giovanni Blanco, di Angelo Ruta, di Giovanni Robustelli. Loredana Amenta, come tanti bravi stampatori, ha partecipato alle stampe di questi artisti, parte attiva per raggiungere i risultati voluti e sperati. L’augurio è che questo prezioso spazio possa avere una lunga vita e possa diventare un punto di riferimento per quanti questa disciplina coltivano come autori o come fruitori.

Paolo Nifosì